Se il costume è frutto di una storia

Didier Gallot-Lavallée è l’artista francese co-fondatore della compagnia Royal de Luxe che si occuperà di progettare i costumi per l’equipaggio e i performer della nave che viaggerà da Potenza a Matera nel 2019.

Per iniziare a conoscere il metodo di Didier, dal 14 al 17 aprile La Klass, il laboratorio di ricerca scenica della compagnia, l’ha incontrato per prendere contatto con le tecniche dell’artista.

Sicuramente ci siamo trovati di fronte ad un metodo molto particolare.

Didier ha letteralmente costruito un atelier intorno i partecipanti di materiali più disparati: corde, filo di ferro, forbici, colla, pittura, vestiti vecchi, oggetti inutilizzati, costumi di scena, scarpe e cappelli.

Ha condotto tutti, dai più piccoli ai più grandi in molti mondi, sotto la terra, sotto le acque in superficie e nei mondi di mezzo. Ogni singolo ha potuto esplorare la propria capacità nel raccontare e disegnare una storia che quasi naturalmente ha portato ogni allievo nella ricerca della propria “forma” esteriore che potesse esprimere la visione narrativa e immaginifica di ognuno.

Guerrieri, soldati atzechi, principesse intrappolate, mostri marini, uomini a metà, vigilesse, signorine blabla, cappelli molleggiati, donne del deserto, ragazze/case, scarpette magiche, api e regine, guardiani di mostri hanno popolato per tre giorni l’U-Platz senza molto scalpore, nella ricerca silenziosa e nella musica.

I momenti più intensi sono stati segnati dalla pratica di costruire un costume intorno al corpo di un compagno di lavoro. Lo scambio e la generosità reciproca hanno generato costumi molto belli e inaspettati.

Un lavoro molto intenso, abbastanza profondo in cui il lavoro dell’attore-narratore è fortemente connesso a quello del costume che arriva a “formarsi”.

Didier ha insistito molto sul liberarsi del superfluo e di sentire quando il processo di ricerca è terminato per evitare di appesantire e di ottenere solo di camuffarsi, compromettendo la ricerca sulla vera natura del personaggio.