IL FILO IMMAGINARIO
Artisti in residenza edizione 2022

ELENA FEDELI

Fotografa, cineasta, autrice, laureata in Architettura con una tesi in fotografia (IUAV- Venezia) e un background di “Cinema Studies”, nel suo lavoro si occupa della creazione e produzione dell’immagine in tutte le sue forme che indagano principalmente la relazione psiche/corpo/memoria e lo studio del “paesaggio alterato dall’essere umano”.

GRANDETOUR / MALUPLATZ – derive visive

Una ricerca fotografica su quella porzione di territorio della città di Potenza, che si dipana tra i luoghi “U-Platz” e “Centro
Sociale Malvaccaro”, che ha l’obiettivo d’aggiungere un altro tassello all’indagine sul rapporto “produzione dello spazio”/persona, che in maniera sempre cangiante informa i paesaggi umani. La strategia dei detour è quella di seguire il filo degli indizi di cui i luoghi sono disseminati e cercare di far emergere, attraverso la ricomposizione dei materiali di deriva in “serie di scatti significanti”, i segni e le narrazioni.

DINO LOPARDO

Attore drammaturgo e regista. Si forma come attore presso l’Accademia d’Arte Drammatica di Roma. Contemporaneamente si laurea con una tesi sul radiodramma. Si specializza in sceneggiatura e drammaturgia presso l’Accademia Silvio
d’Amico. Lavora a diverse produzioni presso il Teatro Due di Parma. Come drammaturgo si specializza presso l’ERT Emilia Romagna.

TRILOGIA DELL’ODIO

La Trilogia dell’odio è composta da tre monologhi: AFFOGO, RIGETTO, CESSO, rappresentabili singolarmente o in forma di “maratona” con l’aggiunta di un atto risolutivo, in cui i tre personaggi, protagonisti di ogni singola storia, appaiono
insieme, svelando infine un loro rapporto/collegamento attraverso un dialogo a più canali di suoni e voci extradiegetici. I temi portanti sono: in AFFOGO, il bullismo, l’infanzia, i sogni infranti, il genere. In RIGETTO le disfunzioni alimentari, la bulimia, influencer e social dipendenza. In CESSO la morte si conquista giocando: ludopatia, rapporti familiari, lavoro, precariato.

ANDREA NOLÈ

Artista polivalente, il suo lavoro si divide tra arte pubblica e installazioni. La sua ricerca artistica è sempre relazionata con
lo spazio che indaga come nella serie di interventi di subvertising realizzati sui manifesti pubblicitari, che costituiscono una forma di intercessione e attivismo sociale più che una vera e propria pratica artistica, contemplando prevalentemente il lato sociopolitico dell’intervento rispetto a quello estetico.

BANDIERE

Bandiera; da dove deriva questa parola? Alcune fonti ci riportano all’etimologia della parola banda, che deriva dal gotico bandwo, cioè “segno”, “stendardo”, la prima origine di questa parola. Da questa antica lingua germanica, attraverso il latino medievale bandum e bannum, si arriva ad una prima attestazione in italiano nel 1294, già allora col significato principale di avviso, editto, proclama.