Camminare, osservare, scrivere
Riccardo Spagnulo giovane e prolifico drammaturgo italiano, nel 2007 co-fonda a Bari la compagnia Fibre Parallele con cui produce diversi spettacoli ospitati in teatri e festival italiani ed esteri. Vince il premio Hystrio-Castel dei Mondi nel 2011, ed è finalista ai premi UBU 2013 nelle categorie migliore novità drammaturgica e miglior attore under 30. Nel 2014 vince il Premio lo Straniero.
Ecco, Riccardo scriverà la storia della nostra comunità viaggiante a forma di Nave che nel 2019 partirà da Potenza e arriverà a Matera, attraversando la Basentana, facendo tappa in alcuni paesi lungo la strada: Albano, Calciano, e Ferrandina.
Anche lui ha incontrato tutti i partecipanti a La Klass, laboratorio di ricerca scenica della compagnia, dai 5 ai 55 anni a cui, in due giorni di lavoro ha proposto di esplorare il quartiere in cui lavoriamo, di scrivere e raccontare, di sviscerare i meccanismi di una storia e come si genera.
Si scoprono aspetti inaspettati, osservando dall’esterno il proprio gruppo di lavoro a confronto con altri professionisti.
Come se altri pensieri venissero a galla, tutte le dinamiche fossero rivoluzionate, e le persone ancora una volta ti offrissero lo spettacolo di ciò che sono e come vedono il mondo.
È accaduto poeticamente con tutti i gruppi.
Nei bambini voci fragilissime hanno raccontato di storie di lupi e agnelli con grande precisione sui cambi di voce e i colpi di scena.
I ragazzi si sono immersi nella creazione collettiva delle storie, nel flusso del silenzio e del rilassamento del corpo, per arrivare ad accordarsi come in un unica voce.
Anche la scrittura collettiva delle storie ha svelato abilità e coincidenze stupefacenti.
Il meccanismo segreto della scrittura ha stimolato nei più grandi un’attenzione consapevole nell’osservazione dei movimento dei personaggi, delle spinte che li muovono: i bisogni, le paure e i desideri.
La ricchezza che ha condiviso con noi Riccardo attraverso una conduzione sobria, fisica, pratica e teorica, è stata immediatamente reinvestita nel lavoro continuo in sala, elaborata nelle improvvisazioni, passata agli altri partecipanti che non hanno potuto seguire le fasi più intense delle domeniche e dei giorni feriali.
Scoprire nuovi mondi, capovolgere lo sguardo, smarrirsi.
Buon vento.