Sarà presentato il 18 ottobre alle ore 18.30  il progetto di  residenza “Nave Call 2020” e a seguire alle 19.30 la performance collettiva  Negli occhi il suono del vento, nel cuore il profumo del sole” a cura di Fabio Mangolini presso il Cecilia – Centro per la creatività di Tito.

In occasione della restituzione pubblica verrà condiviso con il pubblico presente il racconto di “Nave Call 2020”, una chiamata internazionale di residenza multidisciplinare a bordo della Nave degli Incanti, attualmente installata nel piazzale esterno del Cecilia, che la compagnia Gommalacca Teatro, diretta da Mimmo Conte e Carlotta Vitale, ha lanciato dal 25 luglio al 13 settembre di quest’anno.

 

La Nave è un luogo di ricerca e indagine interdisciplinare ideato da Gommalacca Teatro, co-prodotto con la Fondazione Matera-Basilicata 2019. È uno spazio mobile, di confine, un luogo attraversabile, simbolo del presente, del passato e del futuro, aperto sul mondo, atto a privilegiare e ospitare il dialogo tra i cittadini e la comunità degli artisti e ricercatori. Nel lancio della residenza multidisciplinare i promotori si sono rivolti a chi conduce nel proprio tragitto artistico una ricerca su nuovi metodi di dialogo culturale e sulle pratiche di cittadinanza e co-creazione e percepisca la necessità di uno spazio capace di offrire nuove prospettive da sperimentare e far vibrare.

La diffusione della call è stata sostenuta dal consorzio Materahub, la Farm Cultural Park di Favara, #reteteatro41 con il supporto in residenza del Cecilia – Centro per la Creatività. Alla chiamata hanno risposto 118 realtà tra artisti e ricercatori da 17 nazioni diverse; il vincitore Fabio Mangolini attore, pedagogo e regista di profilo internazionale ha conquistato l’attenzione dei valutatori per la singolarità e valore della proposta.

Il 18 ottobre la Nave verrà attraversata da una storia realmente accaduta: il 21 gennaio 1961, il gruppo Directorio Revolucionario Ibérico de Liberación (DRIL) sequestrò il transatlantico portoghese della Compagnia “Santa Maria” che faceva rotta tra Caracas e Lisbona. Sul transatlantico viaggiavano quasi 1000 passeggeri. Il gruppo dei sequestratori voleva portare l’attenzione del mondo intero sulle dittature di Antonio de Oliveira Salazar e Francisco Franco. Il sequestro durò tredici giorni durante i quali il transatlantico fece perdere le proprie tracce e vagò tra le coste, durante il suo periplo la nave fu ribattezzata Santa Liberdade.

Fabio Mangolini -è partito da questa storia- per confrontarsi con 26 cittadini tra Potenza e Tito e “per investigare quale sia lo spazio contemporaneo che diamo alle utopie, siano esse pura testimonianza o semi per la generazione di nuove modalità di costruzione del reale. In questo senso ho messo a disposizione i materiali raccolti su questa storia in anni di ricerche semplicemente raccontandoli, quindi attraverso una mediazione diretta, per poi sviluppare percorsi di ricerca e di drammaturgia collettiva.
Nell’approfondimento del tema è stato esplorato anche il caso della Repubblica dei Piani Sottani, di cui il lucano Michele Mulieri si autoproclamò Capo nei possedimenti tra Grassano e Tricarico.

Crediamo che il valore intrinseco di Santa Liberdade risieda nella forza della sua narrazione, e per tutto ciò che simbolicamente evoca ed è inequivocabilmente aderente allo spazio e ai temi. Crediamo anche che la virtù di Fabio Mangolini, sia da individuare nella competenza di farsi “mediatore” da artista e pedagogo tra la comunità, la storia e lo spazio NAVE. In questa residenza abbiamo messo in gioco la voglia di osservare la relazione che altri occhi costruiscono con la Nave, la voglia di entrare in relazione produttiva, di proporre nuove rotte e schemi di gioco per spingere in là la riflessione e il senso del fare teatro, comunità, attivazione sociale ora, in questo momento storico.” Carlotta Vitale

 

Per partecipare alla presentazione e in seguito prendere parte alla performance è necessario prenotare inviando un messaggio con il proprio nominativo al numero 393.3054088.