«Perché sono qui?»

«Che cosa mi aspetto da questo laboratorio?»

«Come mi sento adesso?»

 

Giovedì, 31 gennaio 2019

Cominciamo il nostro percorso collettivo rispondendo individualmente alle tre domande, e così iniziamo a raccontarci, prima di tutto a noi stessi.

Subito dopo definiamo un primo linguaggio comune, un primo codice di riferimento che, di appuntamento in appuntamento, si faccia rituale: al suono di “Gioco”, dunque, ci salutiamo; e dopo un breve riscaldamento corporeo decidiamo di metterci in gioco sul serio.

Seguiamo i movimenti e le azioni del maestro e proviamo a ricalcarle sul posto: non sappiamo bene come muoverci, ma, oltre all’esitazione, iniziamo a percepire la libertà di fare secondo la nostra strada.

A questo punto siamo vicini gli uni agli altri: ci separiamo in gruppi da tre, e sperimentiamo insieme un primo contatto fisico. Capiamo, grazie a questo, che ciascuno è in balìa di sé stesso e di quanti lo circondano, come se fossimo tutti su di una zattera: se impariamo ad equilibrare lo spazio attorno a noi, il nostro spazio non affonderà.

Adesso il movimento ci pervade in ogni azione, con ritmi e intensità diverse. Entriamo in dialogo e in relazione attraverso la spalla dell’altro; e le braccia provano a coordinare gli emisferi destro e sinistro del cervello, i nostri compiti a casa.

Riempiti e affaticati, ci richiudiamo nel silenzio delle nostre menti, e, commentando queste ore trascorse insieme – secondo il metodo dell’osservazione e della verbalizzazione -, torniamo a scrivere da soli.

Ci salutiamo di nuovo seguendo il codice che abbiamo scelto – questa volta con un “Grazie” -, e ci diamo appuntamento alla prossima lezione.

 

È sempre bello iniziare un nuovo percorso. Anche per me, come tutte le volte, si manifesta il sentimento dell’incertezza. Le tre domande poste ai partecipanti riguardano anche chi ‘conduce’. Incontrare persone nuove – questo ho segnato nei miei appunti finali di giovedì – “fa rifiorire il cuore”.

Il gruppo è pronto e disponibile all’ascolto, attento e predisposto alla relazione con il compagno. Abbiamo iniziato col corpo, un po’ alla volta toccheremo anche la voce, cercando di non perderla mai di vista.

Sono curioso di scoprire in che modo saranno ‘presenti’, la prossima lezione. È sempre un’attesa piacevole quella che si crea in me durante i laboratori.

Mimmo Conte