«Perché lui/lei è qui?»

 

Giovedì, 14 febbraio 2019

Questa volta iniziamo la lezione provando a uscire da noi stessi per far ritorno a noi, «ad allontanarci dall’isola per vederla davvero», magari attraverso gli occhi di un compagno. Rispondiamo, infatti, alla domanda iniziale del maestro verbalizzando su carta le motivazioni di un altro partecipante, pur non conoscendole realmente.

Terminata la prima attività, ci salutiamo con il rituale “Gioco” e prendiamo a muoverci nello spazio con ritmo e intensità, lasciandoci condurre da una nuova serie di ‘comandi-guida’, ai quali reagiamo singolarmente e in gruppo.

Riprendiamo, dunque, i compiti a casa degli scorsi incontri: prima, la coordinazione degli emisferi destro e sinistro del cervello; poi, la sequenza dei dieci movimenti appresi durante l’ultima lezione, a cui ne aggiungiamo altri sedici. A questo punto, siamo a un terzo dal completarla.

Torniamo a muoverci nello spazio modulando la velocità delle nostre azioni su una scala di valori che va da 1 a 10, con il corpo in tensione o rilassato.

Passiamo, quindi, all’esercizio dell’A-O-I, che ci permette di testare il nostro livello di attenzione e relazione reciproche attraverso l’introduzione dell’elemento voce; e alla fine ci azzardiamo in un primissimo tentativo per un gioco di equilibri in scena, che inizia a raccontarci della tensione fra antagonista e protagonista.

Come per gli altri appuntamenti, concludiamo la lezione ripercorrendo individualmente il lavoro svolto e le sensazioni vissute, che rilasciamo sul foglio bianco prima di dirci “Grazie” e salutarci di nuovo, al prossimo giovedì.

 

Ancora una volta: ricordo a me stesso di soffermarmi, soffermarmi di più sui singoli esercizi. Non bisogna avere fretta!
Ancora una volta: la pronta risposta del gruppo e l’ascolto iniziale non devono confondermi. Allenare e ancora allenare l’ascolto.
La voce continua ad essere timida, mi pare più che naturale.
Bisogna concentrarsi sulla qualità della presenza e del gesto, per non lasciar cadere il segno che creiamo.
Ho notato alcune presenze ‘distratte’, durante il lavoro. Riprendere l’attenzione, lavorare sull’attenzione, fare in modo che le cose non scappino via.
La stanchezza può essere un aspetto positivo: potremmo assecondarla, per seguire la corrente e non per combatterla.

Mimmo Conte