#bringbackourgirls
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In “Ridateci le nostre ragazze!” il teatro è vissuto come luogo di contestazione e rito di disubbidienza collettiva. Il teatro come casa di quest’urlo corale che vive di storie intrecciate, che inseguono e designano l’assenza di un’unità, di un unica voce che possa emergere e farsi sentire. Le donne, il loro corpi, la denuncia di un clan mafioso, la fuga dai camion di Boko Haram, la morte di Stefano Cucchi, i corpi delle baby squillo, le bandanti dell’est Europa.
Antigone e le donne che oppongono la legge dell’anima a quello della polis. Ora sappiamo che non siamo un coro, ma un corpo frammentato, una moltitudine di voci e d’identità.