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Io testo, tu testi, noi testiamo. Filastrocca per questa terra capitale del futuro.
-“Cime tirate, dunque, ciurma!”- La comunità dal basso di ReCollocal

La parola espressa è come un iceberg. Il corpo nascosto è il processo.

Lo studio della voce ne La Klass ai tempi di Mariagrazia Bisurgi

 

Re – incontrare i gruppi de LA KLASS per il nuovo anno 2018/19 è stato innanzi tutto per me riconoscere la volontà degli artisti di Gommalacca Teatro di pensare la formazione teatrale come un processo pedagogico e come tale, per aprire consapevolezze, ha bisogno del tempo necessario, del tempo umano, unico per ogni individuo.

Pertanto avrò la possibilità di portare i gruppi ad una più profonda scoperta della propria voce naturale e delle possibilità espressive e comunicative attraverso il metodo che insegno.

Lo scopo è la chiarezza di pensieri, degli impulsi primari del bisogno di comunicare, ciò che trasporta la parola espressa come il risultato esso stesso di un processo emotivo, immaginifico, culturale, personale, politico.

La parola espressa è come un iceberg.

Il corpo nascosto è il processo.

Ciò che mi ha colpito particolarmente incontrando circa sessanta allievi – bambini, fanciulli, adolescenti, adulti – in questi ultimi tre giorni è stata la serietà e la densità del tempo trascorso insieme nella lezione e sopratutto la chiarezza d’ espressione nei feedback del proprio stato psico-fisico, momento questo di grande verifica per me, perchè ho sentito consolidato il primo passaggio della progressione Linklater: La consapevolezza del Corpo.

Nel corpo spesso si accomodano abitudini e così nel respiro, nel modo di parlare e nel modo di pensare. Le abitudini creano strutture più o meno rigide alle quali ci appoggiamo. Le abitudini psico-fisiche alle quali corrispondono anche immagini di noi stessi e dei nostri rapporti spesso ingabbiano, tenendoci lontani dalle possiblità di rivoluzionare, cambiare, liberare.

Il primo passo quindi della consapevolezza di ciò che accade nel corpo è il primo passo per la libertà della voce e quindi dell’espressione.

Il lavoro del performer è quello di fare il possibile per arrivare alla comunicazione, essere sicuri d’incontrare il pubblico. L’allenamento sarà quindi ad “essere porosi”, in una continua comunicazione tra dentro e fuori, come nel respiro.

Vorrei concludere queste mie riflessioni con una frase da L’ Attore e il Bersaglio di Declan Donnellan che si connette al senso del lavoro come processo di scoperta e cambiamento rispetto alle possibilità espressive presenti in ognuno di noi:

“Piuttosto che affermare che X è un attore più bravo di Y, è più esatto dire che X è meno bloccato di Y. Il talento circola in modo naturale, come il sangue. Dobbiamo solo rimuovere il grumo che lo istruisce… i problemi nella recitazione hanno a che fare con la struttura e il controllo, e si possono isolare e risolvere”.

Maria Grazia Bisurgi

Docente Dinamiche dell’ espressione vocale secondo il metodo Linklater

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