Oggi pomeriggio fino a sera inoltrata ci sarà la maratona dei registi under 30 che “mostreranno” i loro percorsi attraverso performances al Teatro Alle Tese in Arsenale. Poi tra di loro sarà scelto chi avrà la possibilità di produrre con tutti i crismi un lavoro teatrale, quel che si può definire un allestimento “reale” : 110mila euro per la produzione di uno spettacolo è qualcosa di molto ma molto concreto, al di là di considerazioni su come si puo fare il teatro e che valore può avere lavorare con “pochi mezzi”, è un’occasione di crescita importante, è poter dire (positivamente e con soddisfazione) “sono in un sistema in cui tutte le cose hanno un peso”.

Certo, immagino come sarebbe stare in questa condizione.
Ho provato a mettermi nei loro panni. Così stanotte, mentre camminavo e osservavo Venezia, mi sono immaginato come in una notte prima di tutto, come se prima di questa notte nulla fosse mai stato importante, o comunque non abbastanza da ricordarlo.
È come quelle notti in cui sei costantemente col fiato sospeso, la bocca costantemente e leggermente aperta -certo l’afa veneziana contribuisce- e hai bisogno continuamente di un po’ d’aria nei polmoni, perché quella che arriva finisce troppo presto, o probabilmente perché ogni piccolo respiro ha a che fare col tuo teatro: piccoli accadimenti che seppur piccoli hanno un peso vitale, ti fanno respirare.
La mente è andata indietro di qualche giorno, agli incontri durante il workshop con Antonio Latella, in cui il direttore artistico ci ha detto (vado a memoria) “stanno lavorando non per la distribuzione, ma per la produzione”; tradotto (mi permetto di farlo), metti le tue energie nel percorso, non preoccuparti di “essere programmato”, questo è il tempo della ricerca poetica, il resto è intorno e già preme abbastanza.
Beh, ipotizzando che io sia tra i registi “in concorso”, non so se questa cosa mi tranquillizzerebbe o mi farebbe spalancare la bocca per prendere aria e non andare di colpo giù. Ma quanto è importante sapere che si sta lavorando per quei respiri, fino in fondo, non di quello che verrà, ma del presente-concreto.
In tutto questo, noi saremo spettatori dei lavori di oggi, e Latella ha chiesto a tutti di osservare con attenzione e continuare stare nel processo artistico collettivo, quando vedremo le performances. Infatti, ci sarà un momento di confronto con la sua direzione, per restituire il nostro (hmm) parere, forse più utilmente il nostro respiro. Alla fine, saremo anche con noi con la bocca un po’ aperta, a guardare altri respiri. Perciò, prepariamoci, ché manca poco.

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